Mi piacciono i bambini. Ne parlo spesso nei miei seminari e nei miei articoli. I bambini hanno tante qualità che gli adulti hanno smarrito crescendo.
Oggi vorrei parlarti di una di queste qualità, una caratteristica, meglio, un modo di fare che se lo riscoprissi dentro di te potrebbe migliorare le tue percezioni, influenzare positivamente le tue scelte e condurti a una vita più sana; forse, addirittura, fiorire.
I bambini non si fanno infinocchiare dall’ego (mentre gli adulti ci cascano continuamente). Vengo e mi spiego (adoro i modi di dire un po’ fuori moda, sanno di antico, come me).
L’ego degli adulti è affamato di riconoscimenti, di apprezzamenti, di lodi, riflettori e le parole (dette bene) sanno di tutto questo.
I bambini sono dei maestri di concretezza. Conoscono bene la differenza tra vero e falso, tra pieno e vuoto, tra presenza e assenza. A un bambino se prometti in regalo una macchinina, devi portargli una macchinina. Logica elementare, lineare, ineccepibile. A quel bambino a cui hai promesso la macchinina in regalo, non puoi portare parole e convincerlo che siano la macchinina. Con gli adulti puoi. Non mi credi? Te lo dimostro.
Se hai un minimo di conoscenza delle relazioni umane (genitoriali, sentimentali, professionali, ecc.) avrai sentito: alcuni genitori parlare di qualità del tempo trascorso con i loro figli, a fronte di lunghe assenze dettate dal lavoro o da altri impegni; certi amanti lasciarsi sulle parole “sei troppo per me” o “io non ti merito”; tanti manager di risorse umane incoraggiarne alcune della propria azienda a cercare altrove migliore asilo considerate le ambizioni e i talenti che possiedono e che non troverebbero giusto sbocco lì dove sono al momento. Insomma, le relazioni tra umani sono infarcite di parole che mistificano le azioni, indorano la pillola e cercano di alimentare l’ego di chi le ascolta. Se ci riescono, l’identità delle azioni compiute cambia.
E ci riescono? Certo che sì! Perché l’ego degli adulti è affamato di riconoscimenti, di apprezzamenti, di lodi, riflettori e le parole (dette bene) sanno di tutto questo. E all’ego basta.
I bambini lo sanno: le azioni fanno la vita, le parole no.
È così che il poco tempo, il tempo residuo, diventa tempo di qualità. L’abbandono diventa riconoscimento di un amore e un’ammirazione enorme, eccessivi. Il licenziamento si trasforma in un’attestazione di merito, di talento, di qualità superiori.
I bambini lo sanno: le azioni fanno la vita, le parole no.
Sono le azioni che fanno compagnia, sono le azioni che trasmettono amore, sono le azioni che fanno i giochi, sono le azioni che costruiscono le nostre storie e le azioni stanno dentro le persone.
Bisogna avere il coraggio, da grandi, di ricordarsene così da cercare e tenersi le persone che hanno azioni dentro e le tirano fuori per creare realtà non a parole ma con fatti concreti.
Nel privato e al lavoro la storia (domani) sarà la somma delle azioni (di oggi): cerchiamo e teniamoci le persone che ci aiutano a costruire l’oggi che vogliamo vivere e la storia che vogliamo raccontare domani.
Fiorisci, puoi.







