Cosa portiamo agli altri? Cosa gli altri portano a noi? Sappiamo distinguere?
A volte è così difficile capire davvero cosa c’è dentro le nostre difficoltà relazionali! Ci si ritrova a discutere, a volte ad accusarsi reciprocamente, altre soltano a pensare a queste azioni senza poi davvero dar loro vita (e a volte è davvero un bene così). Ma cosa confonde le responsabilità, cosa distorce la percezione e, in ultma battuta, cosa ci toglie il potere di alterare i risultati e migliorare? Permettimi di raccontarti un evento che mi è accaduto.
Qualche giorno fa mi accingevo ad uscire di casa per la passeggiata mattutina. Per quel giorno avevo scelto un cardigan verde che non indossavo da tempo. Era una bella giornata che annunciava con un sole caldo l’arrivo prossimo della primavera. Stavo proprio osservando il prato riscaldato dal sole quando indossando il cardigan, nell’infilare la manica destra, mi sono sentito pungere il dito.
Quando interagendo con gli altri ci sentiamo feriti, istintivamente tendiamo a sottrarci.
Ho fatto quello che d’istinto farebbero molti: mi sono sfilato la manica. Quindi sono subito andato con circospezione alla ricerca di qualcosa di appuntito che fosse rimasto incastrato tra le maglie di lana del cardigan. Osservavo con attenzione mentre con i polpastrelli scorrevo la manica prudentemente; non era stato chissà quale dolore ma le brutte sorprese, grandi o piccole che siano, per il cervello sono esperienze da evitare comunque e da evitare di ripetere. Quindi, prudenza!
Scorro la manica in lungo e in largo ma nessuno spillo o forma similare appare. Mentre mi sto domandando come mi sia potuto pungere (qualunque cosa fosse sarà caduta dopo avermi punto? Forse una cucitura fatta male che non ho ancora passato al vaglio? cosa può essere stato?) mi accorgo che su una nocca della mano, proprio dove avevo sentito quello che fino a quel momento era stata una puntura, c’era una piccola ferita. Sì, in qualche modo senza accorgermene, mi ero procurato un piccolo taglio che, a contatto la ruvidezza della manica, mi aveva dato quell’esperienza che avevo catalogato inizialmente come la puntura di uno spillo.
Ti starai domandando cosa c’entri mai questa banale esperienza con le nostre difficoltà relazionali e la confusione che spesso ne deriva quando cerchiamo di dare “un senso” alle cose. Hai ragione, devo far chiarezza.
La prossima volta che “salterai in aria” prova a verificare se anziché lo spillo (dell’altro) non ci sia un taglio (il tuo).
Nella breve esperienza che ho vissuto e che ho voluto condividere con te, nell’attimo esatto in cui ho provato dolore (grande o piccolo non importa) mi sono istintivamente ritratto per proteggermi e dopo ho iniziato a cercare nella manica ciò che mi avesse punto, “l’aggressore”.
Questo è ciò che facciamo istintivamente nelle relazioni.
Quando interagendo con gli altri ci sentiamo feriti, istintivamente tendiamo a sottrarci, a uscire immediatamente dalla relazione per evitare di sentire dolore; ancora più rapida può essere questa reazione se il dolore è inatteso! Una volta che ci siamo ritratti dalla relazione e siamo “al sicuro”, cerchiamo l’oggetto con il quale l’altro ci ha punto, provocandoci dolore. L’oggetto con il quale siamo stati “aggrediti” (comportamenti e parole).
Nelle relazioni però, a differenza delle mie maniche, è molto più facile sbagliarsi, vedere ciò che non c’è, darsi spiegazioni che sembrano corrette quando non lo sono affatto e non spiegano ciò che è davvero accaduto. Nel mondo degli oggetti (quello del mio cardigan con le sue maniche) invece, quando cerco l’oggetto che mi ha procurato dolore, è davvero difficile dirmi che l’ho trovato quando non c’è!
Se non mi fido della vista e sono testardo perchè convinto che qualcosa debba esserci “per forza”, posso fare un’altra verifica e passare la mano sulla lana. Ma se lo spillo non c’è, non c’è e me ne devo fare una ragione (e nel mondo degli oggetti è più facile che nel mondo delle relazioni). Spesso, nel mondo degli oggetti siamo più obiettivi, siamo più bravi a capire le vere cause del nostro dolore che nel mondo delle relazioni.
Nel mondo delle relazioni molto spesso sono le nostre ferite che a contatto con gli altri (con i loro comportamenti e le loro parole) ci fanno “saltare in aria”, regalandoci esperienze (più o meno forti) di dolore inatteso. Ma siccome le relazioni sono molto meno facili da verificare che non le maniche del mio cardigan, risulta molto complicato cercare nelle proprie ferite la causa del dolore che piuttosto attribuire all’altro il motivo della nostra sofferenza. Torveremo sempre uno spillo (dell’altro) quando lo cercheremo nelle relazioni e questo ci renderà arduo il compito di scoprire quando invece sono proprio i nostri tagli la vera causa di ciò che viviamo. Tagli che hanno bisogno di tempo e cura per guarire. Tagli che fanno male ogni qual volta che entriamo in contatto con il mondo, non importa che sia il cardigan verde o qualcos’altro; non importa perché non è l’altro che punge ma il taglio che fa male.
La prossima volta che “salterai in aria” prova a verificare se anziché lo spillo (dell’altro) non ci sia un taglio (il tuo). Potrebbe cambiare tutto nel tuo modo di percepire e lavorare dentro la relazione per cambiarla, in meglio.
Fiorisci, puoi.







